“La leggenda narra che durante il Medioevo la popolazione di Cividale avesse più volte tentato di costruire un ponte per congiungere le due sponde del fiume, senza risultato. Un tale borgomastro, di cui si è perso il nome, ad un certo punto disse “se riuscissi a costruire questo ponte, darei l’anima al Diavolo” ed ecco che il Diavolo spuntò con una proposta. “Volete il vostro ponte bello e fatto per domani? Lo farò io, ma voglio che la prima anima che passa sia mia.” Il patto fu fatto. Mentre il Diavolo, sprofondava nel suo regno per organizzare l’impresa, il borgomastro con un sorrisetto si fregava le mani assaporando una certa idea.La notte fu tremenda: tuoni, fulmini, saette; poi la città tremò per un gran tonfo, la madre del Diavolo aveva gettato nel mezzo del fiume un enorme masso, trasportato nel suo grembiule. All’ alba, i cividalesi, sbucarono dalle loro case per vederecosa era successo. Meraviglia! Il ponte si ergeva imponente, ma sull’altra riva un essere mostruso, il Diavolo, aspettava la sua ricompensa, che avrebbe rinchiuso in un sacco.Le campane cominciarono a suonare, il popolo cantava inni sacri ed aspettava col fiato sospeso. Ad un certo punto saltò fuori un essere peloso, che attraversando il ponte finì nel sacco del Diavolo. Era un gatto. Il Diavolo in preda alla collera per lo smacco avrebbe voluto distruggere il ponte che però era stato benedetto con l’ Acqua Santa. Impotente andò a buttarsi nell’inferno, in un luogo dietro Castelmonte, detto ancora oggi “BUCO DEL DIAVOLO”.