San Giovanni in Valle

Per accedere al Monastero ed al Tempietto Longobardo, dovete attraversare la piccola Chiesa di San Giovanni in Valle. E’ uno degli edifici più antichi della città, ed è la seconda Chiesa più importante dopo il Duomo cittadino. Ad introdurvi nella Chiesa un piccolo portico settecentesco, caratterizzato da tre archi ribassati poggianti su colonne circolari con capitello liscio.

Alcuni frammenti scultorei databili tra il VI e il VII secolo, che fino al settecento erano murati sulla facciata e che si presume provengano dall’originario decoro della Chiesa, sembrerebbero suggerire la sua origine nell’ambito della Gastaldaga Longobarda (palazzo del gastaldo, signore della città; si trattava di una cappella palatina). Sicuramente doveva esistere verso la metà del VII secolo quando al suo interno, di fronte al presbiterio vennero seppelliti in tombe monumentali dei nobili longobardi. Si ipotizza che la Chiesa veniva utilizzata dalla nobiltà cividalese fin dagli albori della presenza longobarda in città. Tra la fine del IX e gli inizi del X secolo, venne trasformata in Chiesa monastica.

Però poco si conosce circa la sua conformazione originaria, l’impianto attuale è il prodotto di trasformazioni avvenute tra l’età medievale e l’epoca rinascimentale, prima del grande ampliamento che portò alla configurazione attuale della Chiesa.

L’interno è semplice e raccolto, conserva diversi dipinti sei-settecenteschi alle pareti e due altari laterali in finto marmo. Vicini all’altare di sinistra, potete notare una grata in ferro battuto attraverso la quale un tempo veniva somministrata la comunione alle suore di clausura.

Protagonista dell’area absidale è l’imponente altare maggiore in stile barocco, arricchito da importanti fregi e statue e contenente tre pale di Ercole Graziani.

In seguito a lavori di ristrutturazione per un fulmine che nel 1751 aveva danneggiato il coro, vennero ritrovati davanti alla gradinata che conduce all’altare, sotto al pavimento, delle sepolture longobarde con ricchi corredi, si tratta di tre tombe in sarcofago, una crocetta aurea con figure umane e un disco raffigurante un cervo, in oro e visibili nel Museo Archeologico cittadino.

La tipologia delle sepolture ed il ricco corredo permette di avvicinarle alla tomba del Duca Gisulfo emersa in Piazza Paolo Diacono, nel cuore cittadino. In entrambi i casi si tratta di sepolture di personaggi di alto rango della nobiltà longobarda cividalese.

Ma il Duca Gisulfo e Piazza Paolo Diacono, sono un’altra storia…

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