Olivo e il Natisone

Il Natisone rappresenta la storia di Cividale, gli antichi romani decisero di fondere la FORUM IULII sulle sponde di questo fiume che coinfluiva col fiume Natissa che lambiva l’antica Aquileia e consentiva alle imbarcazioni, attraverso il porto fluviale che i romani avevano costruito, di raggiungere il nostro mare. Un fiume simbolo per Cividale che attraversa territori ed ambienti morfologicamente differenti e che unisce popolazioni diverse.

Sulle sponde di questo fiume, OLIVIERO PELCI, detto Olivo, era il poeta del Natisone, anima libera e slegata dalle convenzioni sociali, amato e benvoluto da tutti perché sempre garbato mai arrogante o sopra le righe. La sua casa era una baracca in riva al Natisone costruita da lui con materiali di fortuna.

Olivo, con una canoa ricavata da un serbatoio di carburante dell’aviazione alleata, sganciato nel Natisone durante la guerra, scivolava sull’acqua del fiume, pagaiando in piedi. Raggiungeva la spiaggetta sotto il Ponte del Diavolo e sulla sabbia componeva la poesia del giorno, fino a quando la piena l’avrebbe portata via, ricreando un nuovo foglio su cui scrivere.

“Voi, li sopra che sostate

a mirar le mie bellezze

il saluto mio degnate,

non vi fò svenevolezze,

non inchini o baciamano

ma vi dono le mie brezze

e un saluto friulano”

Questa sua poesia è un saluto di benvenuto ai visitatori che passeggiano ed ammirano le bellezze di Cividale attraversata dal Natisone.

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